Alcuni studi epidemiologici riportano che un’alterazione dei regolari ritmi del sonno, anche se per un periodo limitato di cinque anni, può accrescere il rischio di tumore al polmone ed il rischio di malattie cardiovascolari.
Alterare il ritmo circadiano sonno-veglia, riduce i livelli di melatonina secreti dall’organismo, la cui funzione oncoprotettrice è confermata danumerosi di studi: la melatonina è un antiossidante che contrasta quei fenomeni di danneggiamento del DNA che possono portare allo sviluppo dei tumori.
Come ci si può proteggere, dunque?
Quando cambiare lavoro non è una strada perseguibile, si devono adottare delle strategie che riguardano l’organizzazione del lavoro volte a minimizzare il danno. Eccone alcuni:
- preferire rotazioni in senso orario piuttosto che antiorario (mattina, pomeriggio, notte piuttosto che mattina, notte, pomeriggio);
- evitare che i turni della mattina inizino eccessivamente presto;
evitare turni molto lunghi (di 9-12 ore) se non adeguatamente strutturati, con pause e interruzioni per evitare l’accumulo eccessivo di fatica o l’esposizione a sostanze tossiche;
- programmare turni il più possibile regolari, lasciando liberi i fine settimana;
- lavorare di notte in modo permanente è accettabile solo in situazione lavorative particolari e comunque l’inversione del ciclo sonno-veglia va mantenuta anche nelle giornate non lavorative e l’esposizione alla luce del sole va evitata quando si stacca e nel viaggio verso casa (indossare occhiali da sole mentre si rientra a casa);
- lasciare tra un turno e l’altro un tempo sufficiente al recupero delle ore di sonno e dalla fatica, evitando due turni nelle 24ore e inserendo il giorno di pausa dopo un turno di notte;
- lasciare ai lavoratori una certa flessibilità di orario per permettere loro di gestire al meglio impegni personali, familiari e sociali.
Per maggiori informazioni, per capire se la propria attività è soggetta ad obblighi particolari:
Enrico Taponecco, tel. 0187.286632, eMAIL sicurart@confartigianato.laspezia.it