Malattie professionali, Confartigianato chiede di semplificare la normativa senza ridurre le legittime tutele

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23/10/2014

"Semplificare la normativa senza ridurre le legittime tutele, un'interpretazione univoca della normativa su tutto il territorio e corsi di formazione davvero utili" queste le richieste di Enrico Taponecco, Responsabile Sicurezza di Confartigianato durante il convegno organizzato dall'Associazione della piccola e media impresa con il patrocinio dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro "Le malattie professionali e le patologie lavoro-correlate". Nel corso del convegno aperto dal Prefetto della Spezia, Giuseppe Forlani si è fatto il punto sull'applicazione del D.Lgs. 626/94 prima e del Testo Unico in materia di sicurezza e salute sul lavoro. Il direttore INAIL la Spezia, Vita Rocca Romaniello ha spiegato in una interessantissima relazione come l’assicurazione dell'istituto di previdenza comprenda tutti i casi di infortunio sul lavoro avvenuti per causa violenta in occasione di lavoro da cui sia derivata la morte o una inabilità permanente al lavoro, assoluta o parziale, ovvero una inabilità temporanea assoluta che comporti l’astensione dal lavoro per più di 3 giorni. La dirigente ha poi spiegato che la malattia professionale è invece un evento che determina danno alla persona, che si verifica per ragioni di lavoro, in ambiente di lavoro, in un lungo periodo di tempo. In questo caso alcune malattie sono già incluse nei tabellari Inail e godono di presunzione legale d’origine mentre per quelle non incluse è necessario provarle con una causa di lavoro. Antonio Carro, in rappresentanza dei sindacati Cgil-Cisl-Uil ha sottolineato che la diminuzione degli infortuni sia strettamente correlata alla diminuzione dei posti di lavoro e che sia necessario incrementare la cultura della sicurezza in una dimensione di 'quotidianità'. Infine l'Avv. Andrea Frau ha confermato che l'applicazione delle Direttive europee in materia di sicurezza del lavoro ha profondamente modificato l'approccio delle aziende al tema generale della prevenzione degli infortuni e si è soffermato sulle cause avviate dai Patronati che oggi stanno avviando il riconoscimento di malattie professionali sinora sconosciute.

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