ACCETTATE IL CONSIGLIO (17) - Dolci e voltagabbana, la collezione della legislatura di Massimiliano Lussana

Tempo di lettura: 3 minuti
21/01/2018

Ora, finalmente, sulla lista delle convocazioni parlamentari campeggia la scritta "La Camera sarà convocata a domicilio" e "Il Senato sarà convocato a domicilio", circostanza che dovrebbe indicare che, davvero, la legislatura è arrivata alla fine.

Ma, anche a Camere sciolte, alcune cose si possono fare: ordinaria amministrazione, occuparsi dei decreti urgenti in scadenza, le missioni all'estero...

E così, proprio per parlare di missioni, mercoledì scorso l'aula di Montecitorio è risorta, sia pure per una seduta sola.

Riuscendo, una volta di più, a guadagnarsi una puntata di "Accettate il Consiglio". Che è sempre, per definizione, la penultima.

Ricordate, ad esempio, la storia dei quattro parlamentari eletti a Camere ormai sciolte che vi avevamo raccontato la scorsa settimana? 

Non erano gli ultimi, perchè proprio mercoledì 17 la presidente Laura Boldrini ha letto all'aula una lettera, firmata da Riccardo Gallo, deputato di Forza Italia: "Onorevole presidente, in risposta alla richiesta di opzione di cui alla Sua lettera del 21 dicembre 2017, che ha fatto seguito alla dichiarazione di incompatibilità da parte della Giunta delle elezioni della mia carica di deputato regionale siciliano, rassegno le mie dimissioni dal mandato parlamentare, al fine di optare per la predetta carica. La saluto con viva cordialità e formulo a Lei e a tutti i colleghi deputati i miei più sentiti auguri di buon lavoro. Cordialmente. Firmato: On. Riccardo Gallo Afflitto".

Forse Riccardo Gallo era Afflitto, certamente non lo era il primo dei non eletti della lista siciliana dell'allora Popolo della Libertà Giulio Tantillo che, sia pure a legislatura scaduta, diventa deputato.

Così come era diventata deputata a legislatura scaduta, come abbiamo raccontato la scorsa settimana Valentina La Terza, che era stata candidata da Nichi Vendola in Sel, ma che ora ha aderito al gruppo del Partito Democratico.

E poi, sempre a legislatura sciolta, è arrivata una comunicazione che è quasi una firma sulla storia di questa legislatura, quella con il più alto numero di cambi di gruppo parlamentare della storia d'Italia, tanto che se ci fosse uno stilista per raccontare la legislatura, la griffe sarebbe certamente Dolce e Voltagabbana.

Adriano Zaccagnini, deputato di Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista-Liberi e Uguali ha lasciato il gruppo del partito di Grasso, D'Alema, Boldrini e Bersani per aderire al Gruppo Misto, fra i non iscritti ad alcuna componente politica.

A inizio legislatura, Zaccagnini era stato eletto nel MoVimento Cinque Stelle, ma dopo solo tre mesi era andato fra i non iscritti del Misto.

Poco più di un anno di limbo e poi due anni zaccagniniani in Sinistra Italiana-Sinistra ecologia e libertà, eredi del partito di Nichi Vendola.

Poi, qualche mese di Misto fra i non iscritti, un annetto di Mdp e ora di nuovo il Misto.

Non si può dire che non sia rimasto sempre di sinistra.