Legionella, il rischio in ambienti di lavoro

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18/12/2022

Con il termine ‘legionellosi’ vengono indicate le forme morbose causate da batteri appartenenti al genere Legionella. Questi furono isolati per la prima volta nel 1976 in occasione di un’epidemia di polmoniti che si verificò a Philadelphia nel corso di un convegno di ex combattenti dell’American Legion. Al microrganismo responsabile dei 221 casi di pneumopatie e di 34 decessi venne dato il nome di Legionella pneumophila e la malattia da esso causata venne denominata ‘Malattia dei Legionari’.
La legionellosi è acquisita a seguito dell’inalazione di aerosol o di particelle da esso derivate per essiccamento contenenti legionelle o, più raramente, a seguito di aspirazione di acqua contaminata. Più piccole sono le dimensioni delle goccioline inalate (< 5μm) e più facilmente queste possono raggiungere le basse vie respiratorie. I principali sistemi in grado di generare aerosol potenzialmente contaminato dal batterio sono rappresentati dagli impianti di distribuzione dell’acqua, torri evaporative, vasche idromassaggio, ecc..
Il rischio di contrarre la malattia è principalmente correlato alla suscettibilità individuale (età avanzata, fumo di sigaretta, malattie croniche, ecc.). Sono stati associati allo sviluppo della malattia anche indicatori di contaminazione microbiologica ambientale (temperatura dell’acqua tra 20° e 50 °C, acqua stagnante, biofilm, ecc.) e fattori di virulenza del ceppo batterico (replicazione all’interno dei macrofagi, resistenza agli antibiotici, ecc.). Ad oggi, non è mai stata dimostrata la trasmissione interumana della malattia.
 
Il datore di lavoro deve individuare potenziali sorgenti di rilascio del microrganismo negli ambienti lavorativi e specifiche attività che possono comportare un rischio di esposizione a Legionella. In particolare, deve valutare la presenza di potenziali pericoli per i lavoratori rappresentati da impianti ed apparecchiature (impianti di distribuzione acqua, impianti di raffreddamento a torri evaporative/condensatori, impianti di irrigazione, ecc.) in cui sono presenti fattori ambientali (acqua stagnante, sporcizia, biofilm, ecc.) che favoriscono la proliferazione batterica.
In tal caso, deve attuare interventi finalizzati a ridurre al più basso livello possibile la contaminazione microbiologica ambientale e, conseguentemente, l’entità dell’esposizione ad aerosol potenzialmente infettanti. In particolare, ai fini della prevenzione e controllo della contaminazione degli impianti di distribuzione dell’acqua devono essere programmati interventi di manutenzione sia a breve (shock termico, decalcificazione e disinfezione di serbatoi, soffioni, filtri, ecc.) che a lungo termine (sistemi di disinfezione dell’acqua di comprovata efficacia).
Gli impianti di trattamento aria dovranno periodicamente essere sottoposti a manutenzione, pulizia e disinfezione, prestando attenzione alle sezioni/componenti (bacino delle torri evaporative, sezione di umidificazione, ecc.) in cui la Legionella prolifera in presenza di condizioni ambientali ottimali e di nutrienti. Al termine della valutazione del rischio, il datore di lavoro individuerà le misure di protezione collettiva e individuale conformi alle disposizioni legislative a tutela della salute dei lavoratori. Le attività a maggior rischio sono quelle del settore turistico-ricettivo dove, spesso, si alternano periodi di forte utilizzo degli impianti ad altri, dove le attività sono chiuse o lavorano con minore intensità.

Informazioni
Ufficio Sicurezza, Enrico Taponecco
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