STUDI – Crisi Mar Rosso: a rischio 148,1 mld € di import-export. Figoli (Confartigianato): “Se i porti si fermano si penalizza il made in Italy’

Tempo di lettura: 3 minuti
17/01/2024

L’allargamento al Mar Rosso della crisi in Medio Oriente potrebbe aggravare la flessione del commercio internazionale, se i porti italiani si fermano si mette a rischio una quota rilevante dell’import-export dell’Italia. Lo ha già fatto notare nei giorni scorsi il nostro Presidente di Confartigianato Trasporti, Stefano Ciliento parlando della crisi dei porti liguri e italiani. Ieri il tema è stato attenzionato dallo stesso Presidente della Regione Giovanni Toti. Come oramai noto infatti, si stanno verificando attacchi mercantili nel Mar Rosso di un gruppo di ribelli yemeniti, navi principalmente dirette verso Israele, dallo scorso 9 gennaio una coalizione internazionale guidata da Stati Uniti e Regno Unito ha avviato interventi di contrasto agli attacchi alle navi, colpendo droni e obiettivi sulla costa dello Yemen. L’allargamento al Mar Rosso della crisi in Medio Oriente determina conseguenze sul commercio marittimo internazionale in transito per il Canale di Suez, che rischia di compromettere la ripresa del commercio internazionale che era prevista nel 2024. Il calo dell’interscambio commerciale mondiale ha ripercussioni pesanti sulle vendite del made in Italy: dall’esame dei dati pubblicati dall’Istat, a novembre il volume dell’export scende del 6,4% rispetto un anno fa e nei primi undici mesi del 2023 il calo è del 4,6%. Secondo il Kiel Institute for the World Economy, istituto di ricerca tedesco specializzato sui temi della globalizzazione, a dicembre il volume dei container spediti attraverso il Mar Rosso si è ridotto del 66% rispetto al volume normalmente previsto (media dal 2017 al 2019). Per l’Italia si stima che il valore dell’import-export annuale che transita per il Canale di Suez proveniente dai paesi del Medio Oriente, dall’Asia, dall’Oceania e dai paesi del Sud-Est dell’Africa nel 2023 (ultimi dodici mesi a settembre) sia pari a 148,1 miliardi di euro, di cui 93,1 miliardi di euro di importazioni e 55,0 miliardi di esportazioni, che rappresenta il 42,7% del commercio estero dell’Italia trasportato per mare e l’11,9% del commercio estero totale dell’Italia. Nel dettaglio si tratta del 15,2% delle importazioni totali e dell’8,7% delle esportazioni totali. I paesi maggiormente interessati per valore dell’intercambio commerciale via nave con Italia sono Cina, India, Arabia Saudita, Giappone, Corea del Sud, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Iraq, Indonesia. “L’escalation della crisi in Medio Oriente – sottolinea il Presidente di Confartigianato Paolo Figoli – penalizza il sistema del made in Italy e l’approvvigionamento di prodotti essenziali per la trasformazione della manifattura italiana, che passano dai nostri porti, aggravando la frenata del commercio internazionale. Gli effetti della crisi del Mar Rosso, si stanno già sentendo nel porto spezzino, praticamente fermo da inizio anno. Questi problemi, segnalati in anticipo dagli autotrasportatori associati, sommati alla stretta monetaria in corso e alla riattivazione delle regole europee di bilancio, potrebbero avere conseguenze sulla crescita, riducendo la fiducia e la propensione ad investire delle imprese e frenando il ciclo espansivo dell’occupazione che nell’ultimo anno ha registrato un aumento di oltre mezzo milione (+551mila) di lavoratori dipendenti a tempo indeterminato. E' necessario pensare al più presto una strategia a livello locale per aiutare le imprese che operano con il porto spezzino e a livello nazionale ammortizzatori sociali per gestire gli inevitabili problemi economici e sociali”.