Decreto "Dignità": i punti principali

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13/07/2018
In sintesi, ecco le principali novità sul lavoro, sul fisco e sugli investimenti delle imprese che sono indicate nel provvedimento che ora dovrà passare all'esame del Parlamento.

Contratti a termine: la loro durata massima scende da tre a due anni, il limite alle proroghe da cinque a quattro. Dal primo rinnovo torna l'obbligo di indicare la causale, cioè il motivo per cui si fa ricorso al contratto a tempo determinato invece che a quello stabile. Faranno eccezione i contratti stagionali che continueranno a non aver bisogno della causale. Più costoso il rinnovo: ad ogni proroga, il contributo a carico dell'impresa aumenterà dello 0,59%.
In caso di licenziamento senza giusta causa di un lavoratore con contratto stabile, l'indennizzo sarà da 6 a 36 mesi di stipendio.
Voucher: dovrebbero essere reintrodotti per alcuni settori (agrivoltura, turismo e collaboratori domestici).
Delocalizzazioni: le imprese che spostano i loro impianti produttivi dovranno restituire i contributi pubblici ricevuti se la delocalizzazione avviene entro cinque anni dal momento in cui l'azienda ha ricevuto l'aiuto pubblico.
Fisco: revisione del redditometro, ovvero dello strumento che consente di determinare il reddito del contribuente in base alla sua capacità di spesa; restano fuori, per il momento, dallo split payment, i professionisti che forniscono servizi alle Amministrazioni Pubbliche.

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