11/11/2015
La Sharing Economy è il settore emergente e più rappresentativo del modo in cui le nuove tecnologie, in particolare internet, cambiano le abitudini e gli stili di vita, ma anche il pensare un servizio ed il fare impresa.
Si tratta di un nuovo mn modello economico basato sulla messa a profitto di beni, servizi o competenze sotto-utilizzate, attraverso la condivisione in Rete.
Secondo un analisi effettuata da PricewaterhouseCooper (PwC), il fatturato globale della sharing-economy è destinato a salire a 335 miliardi di dollari in dieci anni.
Cinque i settori chiave: finanza peer-to-peer (+63%), online staffing (37%), car-sharing (+25%), streaming di musica e video (+17%), ospitalità (+31%).
Si tratta di un nuovo mn modello economico basato sulla messa a profitto di beni, servizi o competenze sotto-utilizzate, attraverso la condivisione in Rete.
Secondo un analisi effettuata da PricewaterhouseCooper (PwC), il fatturato globale della sharing-economy è destinato a salire a 335 miliardi di dollari in dieci anni.
Cinque i settori chiave: finanza peer-to-peer (+63%), online staffing (37%), car-sharing (+25%), streaming di musica e video (+17%), ospitalità (+31%).
In Italia, le piattaforme di Sharing Economy sono 111, per un fatturato di 1,5 milioni di euro.
Una nicchia affacciatasi sul mercato da poco ma che cresce in fretta con effetti anche sul fronte normativo. Il caso più famoso è senza dubbio Uber, una realtà internazionale, con centinaia di dipendenti e migliaia di autisti, ma travagliata da problemi sindacali e legali in diversi Paesi (cause negli USA, in Germania ed in Italia), sulla quale anche Confartigianato nazionale ha più volte preso posizione per la giusta difesa delle imprese artigiane.
Una nicchia affacciatasi sul mercato da poco ma che cresce in fretta con effetti anche sul fronte normativo. Il caso più famoso è senza dubbio Uber, una realtà internazionale, con centinaia di dipendenti e migliaia di autisti, ma travagliata da problemi sindacali e legali in diversi Paesi (cause negli USA, in Germania ed in Italia), sulla quale anche Confartigianato nazionale ha più volte preso posizione per la giusta difesa delle imprese artigiane.
L’obiezione di fondo è che esercita una concorrenza sleale verso i tassisti, che pagano tasse più alte e sono sottoposti a regolamentazioni più stringenti.
Blablacar è invece una piattaforma di condivisione del tragitto in automobile per ammortizzare le spese: fondata nel 2006, vanta oggi una community di 20 milioni di iscritti in 19 Paesi.
Simile la start-up tutta italiana Gogobus, un social bus-sharing per organizzare tragitti lunghi.
Altri esempi di sharing-economy sono Car2Go, Enjoy o Twist, imprese che utilizzano un proprio parco auto per vendere un servizio, oppure Airbnb, che con 600 dipendenti e un milione di stanze in affitto in tutto il mondo mette in contatto il proprietario o inquilino dell’immobile con il turista, con pagamento online e regolamenti locali da rispettare in ambito bed&breakfast.
Blablacar è invece una piattaforma di condivisione del tragitto in automobile per ammortizzare le spese: fondata nel 2006, vanta oggi una community di 20 milioni di iscritti in 19 Paesi.
Simile la start-up tutta italiana Gogobus, un social bus-sharing per organizzare tragitti lunghi.
Altri esempi di sharing-economy sono Car2Go, Enjoy o Twist, imprese che utilizzano un proprio parco auto per vendere un servizio, oppure Airbnb, che con 600 dipendenti e un milione di stanze in affitto in tutto il mondo mette in contatto il proprietario o inquilino dell’immobile con il turista, con pagamento online e regolamenti locali da rispettare in ambito bed&breakfast.
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