L’analisi dei conti nazionali recentemente pubblicati dall’Istat evidenzia che si rilevano andamenti congiunturali positivi del valore aggiunto per il Manifatturiero energia ed estrattivo (industria in senso stretto, in salita dell’1,1%), per il valore aggiunto del settore che raggruppa le attività del commercio, alberghi e pubblici esercizi, trasporti e comunicazioni (0,1%), per il settore del credito, assicurazioni, attività immobiliari e servizi professionali (0,1%) e per gli altri servizi (0,3%) mentre si registrano andamenti negativi per l’agricoltura (-1,5%) e le costruzioni (-0,2%).
Nel complesso dei primi tre trimestri del 2016 il valore aggiunto sale dello 0,9%, trainato dall’aumento dell’1,5% del Manifatturiero energia ed estrattivo mentre è più in ritardo nei Servizi (0,7%) e Costruzioni (0,4%).
Approfondiamo l’analisi delle condizioni della ripresa mediante un set di indicatori congiunturali e macroeconomici – considerati quando possibile al netto degli effetti di calendario – da cui emergono ancora delle incertezze diffuse circa la direzione e l’intensità della creazione di valore: su dieci indicatori chiave per le Micro e Piccole imprese (MPI) e l’artigianato valutati, sei sono ancora in territorio negativo e cinque peggiorano rispetto al 2015.
Sul fronte del mercato delle imprese manifatturiere l’incremento della produzione si incrocia con condizioni di deflazione, calo del fatturato, basso dinamismo delle vendite all’estero e calo delle vendite domestiche.
La produzione nei settori manifatturieri di MPI – alimentare, tessile abbigliamento e pelle, legno e mobili, stampa, prodotti in metallo e altre manifatturiere – segnano un aumento nel periodo dell’1,4%, ma in controtendenza rispetto al calo del 2,5% rilevato un anno prima.
In un contesto di deflazione alla produzione – a settembre 2016 i prezzi alla produzione no energy scendono su base tendenziale dello 0,4% – nei primi nove mesi del 2016 il valore del fatturato manifatturiero nei settori di MPI segna un calo dell’1,0% (in peggioramento rispetto al -0,3% di un anno prima). Nei primi nove mesi dell’anno l’indicatore anticipatore degli ordini di prodotti manifatturieri – valutati senza alcuna correzione – segna una flessione dell’1,1% (in controtendenza rispetto all’aumento di 5,2% registrato nello stesso periodo del 2015).
Il commercio estero vede le esportazioni nei settori di MPI crescere nei primi otto mesi del 2016 dello 0,3% (mentre un anno fa crescevano del 4,1%).
La produzione delle costruzioni rimane in territorio negativo e segna un calo dello 0,2% nei primi nove mesi del 2016 migliorando però rispetto al -2,1% dello stesso periodo del 2015.
Nell’ambito della domanda per consumi il volume delle vendite al dettaglio – valutati senza alcuna correzione – nei primi nove mesi del 2016 scende dello 0,6% (in controtendenza rispetto al +0,6% di un anno prima). I dati sul traffico autostradale pesante evidenziano un miglioramento: tra gennaio ed agosto del 2016 il traffico sulla rete autostradale dei veicoli pesanti – valutato con i dati grezzi – aumenta del 4,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (un anno prima saliva del 3,2%). Torna in negativo (-0,4%) il fatturato dell’autoriparazione, in peggioramento rispetto all1,1% dell’anno precedente.
Ad agosto 2016 persiste una marcata diminuzione del -2,4% dei prestiti alle imprese con meno di 20 addetti, sostanzialmente in linea con il -2,3%% dell’anno precedente. La domanda di lavoro consolida la crescita dell’occupazione – valutata al netto della stagionalità – che a ottobre 2016 segna un aumento dello 0,8% su base annua, in linea con lo 0,9% rilevato un anno prima.
La persistente debolezza del ciclo economico, quindi, richiede politiche fiscali espansive per sostenere l’economia, e in particolar modo – come indicato da nostre recenti analisi – attraverso interventi per la riduzione della pressione fiscale sulle imprese.
La serie storica per regione e provincia della dinamica degli impieghi vivi alle imprese con meno di 20 addetti.