CNA E CONFARTIGIANATO SCRIVONO A BURLANDO SU DRAGAGGI, NAVIGABILITA' E MESSA IN SICUREZZA DEL FIUME MAGRA

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28/03/2012

Le Associazioni datoriali della piccola e media impresa che operano sul Fiume Magra, Cna e Confartigianato hanno scritto al Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando per rappresentare la difficoltà ed il disagio crescenti di imprenditori che hanno visto in questi ultimi tre anni rasa al suolo la propria attività più volte, senza però vedere ancora risolto l’annoso problema della messa in sicurezza dell’area fluviale in cui operano. I due direttore Angelo Matellini e Giuseppe Menchelli hanno scritto in Regione per denunciare che ad oggi si siano registrati, da chi di competenza, solo dinieghi in merito alla richiesta di dragaggio “costante” e “controllato” dell’alveo del fiume. Le Associazioni sono consapevoli che quest’intervento non significhi messa in sicurezza di per sé ma ritengono altresì che sia una delle priorità su cui intervenire necessariamente per mitigare i rischi di eventi alluvionali. Molte imprese sono allo stremo, con mutui da ripagare, danni che dovranno essere rimborsati (chissà quando), fornitori da pagare, clienti che danno disdette per la paura di nuovi alluvioni e per un comparto, quello nautico, sotto accusa, dipendenti da pagare. Ora siamo sull'orlo del precipizio e se la 'politica' non darà immediatamente dei segnali, diverse aziende rischieranno la chiusura, la perdita di posti di lavoro, la effettiva non fruibilità delle darsene e dei porticcioli. Cna e Confartigianato ritengono che i “fatti” calamitosi di questi ultimi anni abbiano dimostrato come siano superati, o perlomeno complicati, i presupposti su cui si sono basati gli studi per la messa in sicurezza del Fiume Magra, se è vero come è vero che più che di piene trentennali oggi parliamo di piene “annuali”. Il cambiamento climatico da una parte, i mutamenti del territorio avvenuti nel tempo attraverso processi di urbanizzazione, inducono a rimodulare un progetto di messa in sicurezza che, oltre al completamento degli argini e agli altri interventi previsti, contempli necessariamente il dragaggio dell’alveo sia sotto che sopra il “non più” Ponte della Colombiera, fin dove insistono le attività della nautica che, ricordiamo solo per inciso, hanno provveduto ad adeguare i loro progetti e le loro aree di pertinenza secondo quanto dettato ed approvato dal Piano della Nautica, in vigore ormai da circa due anni.