In particolare, per la parte fiscale, lo spostamento dell’entrata in vigore dell’IRI al 2018 comporterà la mancata riduzione della pressione fiscale per circa 250mila imprese; negativo anche il giudizio anche sulla mancata deducibilità totale dell’IMU sugli immobili strumentali e la mancata riduzione dell’IRAP per le piccole imprese. Inoltre, per le imprese che adottano il regime di cassa è necessario consentire il riporto delle perdite estendendo alle ditte individuali la disciplina prevista per le società di capitali.
Per l'introduzione dell’obbligo della fatturazione elettronica tra privati è necessario procedere con estrema cautela nell’ambito di un progetto di medio periodo che coinvolga anche le rappresentanze d’impresa: “la pressione fiscale in Italia resta molto alta, nonostante negli ultimi anni se ne sia registrata una riduzione - continua Paolo Figoli - Abbiamo un sistema fiscale profondamente iniquo nella tassazione dei redditi, che ha visto negli ultimi anni un incremento costante degli obblighi di comunicazione a carico delle imprese”. Servono quindi interventi urgenti per “ridurre la pressione fiscale, garantendo, alllo stesso tempo, maggiore equità nel prelievo tra i diversi redditi da lavoro; invertire la tendenza di questi ultimi anni in merito al trasferimento sulle imprese di gran parte degli oneri dei controlli; usare la leva fiscale per aumentare la domanda interna”.