Campi elettromagnetici: misure di prevenzione e di protezione per i lavoratori

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05/07/2017

Ognuno di noi è esposto, sia in casa sia sul posto di lavoro, ad una complessa miscela di deboli campi elettrici e magnetici dovuti alla generazione ed al trasporto di elettricità, alla presenza di elettrodomestici o di apparati industriali, alle telecomunicazioni ed all’emittenza radiotelevisiva. 

I meccanismi di interazione dei campi elettromagnetici con la materia biologica si traducono sostanzialmente in due effetti fondamentali: induzione di correnti nei tessuti elettricamente stimolabili e cessione di energia con rialzo termico. Tali effetti sono definiti effetti diretti in quanto risultato di un’interazione diretta dei campi con il corpo umano. Oltre agli effetti diretti, esistono effetti indiretti che possono avere gravi ricadute sulla salute e sicurezza.
Gli effetti indiretti sono i seguenti:
- interferenze con attrezzature e altri dispositivi medici elettronici;
- interferenze con attrezzature o dispositivi medici impiantati attivi, ad esempio stimolatori cardiaci o defibrillatori;
- interferenze con dispositivi medici portati sul corpo, ad esempio pompe insuliniche;
- interferenze con dispositivi impiantati passivi, ad esempio protesi articolari, chiodi, fili o piastre di metallo;
- effetti su schegge metalliche, tatuaggi, body piercing e body art;
- rischio di proiettili a causa di oggetti ferromagnetici non fissi in un campo magnetico statico;
- innesco involontario di detonatori;
- innesco di incendi o esplosioni a causa di materiali infiammabili o esplosivi;
- scosse elettriche o ustioni dovute a correnti di contatto quando una persona tocca con un oggetto conduttore in un campo elettromagnetico e uno dei due non è collegato a terra. 

Il datore di lavoro ha l'obbligo di valutare il rischio di esposizione dei lavoratori a campi elettromagnetici in varie fasi: ad una prima valutazione iniziale, che consiste sostanzialmente in un censimento dei luoghi e delle attrezzature di lavoro, può seguire una ulteriore valutazione se negli ambienti di lavoro sono presenti attrezzature e dispositivi "non conformi a priori".
Sono considerate “conformi a priori”: tutte le apparecchiature che non sono in grado di emettere campi di intensità superiore ai livelli di riferimento per la popolazione (talvolta denominate come sorgenti giustificabili); tutti i luoghi di lavoro in cui sono rispettati i livelli di riferimento per la popolazione.
Sono non conformi a priori (elenco esemplificativo):
elettrolisi industriale;
saldatura e fusione elettriche;
riscaldamento a induzione;
riscaldamento dielettrico a RF e MW;
saldatura dielettrica;
magnetizzatori/smagnetizzatori industriali;
attivatori-disattivatori magnetici di sistemi antitaccheggio non certificati ai sensi della EN 50364;
specifiche lampade attivate a RF;
dispositivi a RF per plasma;
stimolatori magnetici transcranici;
apparati per magnetoterapia;
tomografi RMN;
diatermia ad onde corte o cortissime;
elettrobisturi;
sistemi elettrici per la ricerca di difetti nei materiali;
radar;
trasporti azionati elettricamente: treni e tram;
essiccatoi e forni industriali a microonde;
antenne delle stazioni radio base (lavoratori addetti all’installazione e manutenzione);
(...)

Un caso particolare sono le saldatrici ad arco elettrico, considerata la loro diffusione e le loro caratteristiche di impiego: per esse deve essere sempre predisposta una zonizzazione per segnalare il rischio con cartelli di pericolo, delimitando anche l’area di saldatura con un segnale di divieto di accesso ai portatori di pacemaker e di dispositivi elettronici impiantati.
Considerato che la valutazione del rischio deve essere ripetuta con periodicità quadriennale, se nell’arco dei successivi quattro anni a un lavoratore, addetto o non addetto alla saldatura, viene impiantato un dispositivo elettronico, questi dovrà essere in grado di individuare in quali aree dell’azienda sono presenti livelli di campi elettromagnetici potenzialmente interferenti con il suo dispositivo.
Lo stesso ragionamento è applicabile per qualsiasi altro mutamento nella situazione di sensibilità individuale che possa intercorrere nell'arco dei quattro anni, quale ad esempio il caso di una lavoratrice che entri in stato di gravidanza, anche se questa non è direttamente addetta alla saldatura.

Informazioni
Ufficio Prevenzione Infortuni
Enrico Taponecco, tel. 0187.286632
eMAIL sicurart@confartigianato.laspezia.it 

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