In Liguria la spesa “natalizia” vale 727 milioni

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05/12/2020

727 milioni di euro è quanto spendono le famiglie liguri nel mese di dicembre per beni e servizi legati all'offerta del Natale. Una spesa intercettabile da oltre 7 mila micro imprese liguri. Grasso (Confartigianato): «Il Covid non ferma le nostre imprese: ci sono almeno dieci motivi per comprare artigiano»

Vale 727 milioni di euro la spesa delle famiglie liguri per i prodotti tipici del Natale: alimentari e bevande, gioielli e abbigliamento, ma anche tessile, utensili per la casa, giocattoli e articoli sportivi, beni e servizi per la cura della persona, per fare solo qualche esempio*. Secondo l'ultima elaborazione dell'Ufficio studi di Confartigianato su dati Istat, quella ligure rappresenta il 3% della spesa totale nazionale stimata per il mese di dicembre, pari a circa 24,5 miliardi di euro. La Lombardia, con quasi 4,4 miliardi, è in testa alla classifica regionale, seguita da Lazio (2,5 miliardi) e Campania (2 miliardi circa). La Liguria occupa l'11esima posizione.

Di quei 727 milioni spesi a dicembre nella nostra regione, ben 399 sono riferiti alla provincia di Genova e 131 a quella di Savona. 99 milioni vengono invece spesi dalle famiglie imperiesi a altri 99 milioni di euro da quelle spezzine.

Una spesa intercettabile anche dalle micro e piccole imprese artigiane del territorio, che realizzano beni artigianali e offrono servizi di qualità che possono essere regalati proprio in occasione del Natale: si tratta, in particolare, di 7.148 microimprese artigiane in Liguria (il 22,1% dell'artigianato totale in regione), che danno lavoro a 18.814 addetti (il 25,8% di quelli totali in Liguria). La maggior parte hanno sede nella provincia di Genova (3.586, circa 10 mila addetti), seguono le microimprese savonesi (1.531, 3.759 addetti), quelle imperiesi (1.082, 2.488 addetti) e quelle spezzine (950, 2.507 addetti).

«Anche con le limitazioni dovute al Covid-19 l’artigianato ligure è sempre vicino ai propri clienti – spiega Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – In questi mesi le nostre microimprese hanno saputo fare di necessità virtù, attivandosi su canali alternativi di vendita, intensificando l'e-commerce e le consegne a domicilio. In questo modo, è sempre possibile comprare un prodotto o un servizio artigiano, garanzia di qualità, tradizione e affidabilità, anche senza recarsi nel luogo in cui è localizzata l'impresa. L'edizione interamente digitale di Stile Artigiano, in programma fino a domenica 20 dicembre, è proprio un esempio di questa grande capacità di adattamento dei nostri artigiani. Ciò che non cambia mai è la passione, la qualità delle materie prime e la maestria che sempre caratterizzano un manufatto o un servizio artigiano: sono solo alcuni dei buoni motivi per seguire il nostro consiglio: #compraArtigiano».

Se ne possono elencare almeno dieci: oltre al valore del lavoro, la qualità delle materie prime e lavorazioni a regola d'arte, anche l'ascolto del cliente e la personalizzazione del prodotto; la cultura secolare della manifattura artistica e della rielaborazione dei materiali; l'alta creatività, innovazione e originalità; la consulenza e il supporto diretto per installazioni e riparazioni; l'attenzione alla domanda di prossimità, con una conoscenza del mercato del locale; la remunerazione del lavoro sul territorio; il gettito fiscale necessario a garantire il sistema di welfare.

* La stima si basa sui dati regionali di spesa mensile delle famiglie riferita alle seguenti voci di spesa, correlate all’offerta tipica del Natale: prodotti alimentari e bevande analcoliche, bevande alcoliche, abbigliamento, calzature, mobili e arredi, tappeti e altri rivestimenti per pavimenti, articoli tessili per la casa, cristalleria, stoviglie e utensili domestici, utensili e attrezzature per la casa e il giardino, giochi, giocattoli e hobby, articoli sportivi, libri, articoli di cartoleria e materiale da disegno, beni e servizi per la cura della persona e gioielleria ed orologeria. La stima si basa sull'ultimo dato Istat disponibile al 2019 e quindi non incorpora le variazioni legate alla crisi Covid-19.