L’apprendistato è l'unico contratto a valenza formativa che rappresenta la giusta risposta per colmare l’inadeguatezza tra la domanda e l'offerta nel mondo del lavoro.
Le evidenze raccolte e commentate nel Rapporto dell’Inapp Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche, dimostrano che molto è stato fatto ma molto resta ancora da svipuppare per favorire il dialogo tra le Istituzioni e gli imprenditori: è necessario costruire un sistema di formazione-lavoro che stia al passo con i tempi e le necessità attuali, nel quale le competenze possedute ed fabbisogni richiesti possano avere un'effettiva corrispondenza.
Nel 2017 il numero degli apprendisti in formazione pubblica ha raggiunto quota 131.445, suddivisa tra chi ha contratto professionalizzante (95,1%), di primo livello per la qualifica o per il diploma (4,5%) e di terzo livello per l’alta formazione e la ricerca (0,4%). Rispetto al 2016, il numero complessivo degli apprendisti in formazione si è ridotto del 15,2% probabilmente come effetto della diminuzione del numero di contratti nel periodo 2015 e 2016.
Da questi dati si evidenzia un risveglio d’interesse per l’apprendistato che, dopo la flessione rilevata tra il 2010 e il 2015, dal 2016 ricomincia a crescere segnando un +30% (264.647 assunzioni) confermato dal +22,8% del 2017 (324.902 assunzioni). L’aumento riguarda prevalentemente le aree del Nord (+24,2%), seguono quelle del Centro (+23,7%) e del Sud (+17,5%).La fascia d'età compresa tra i 18 e i 24 anni è quella che fa registrare le percentuali più alte (60% nel 2017) con un aumento del 20% rispetto al 2016.
Dopo 12 anni dal primo contratto di apprendistato è occupato regolarmente il 73,6% degli apprendisti, la maggioranza (oltre il 60%) come lavoratore dipendente.