"Ci sono oggi in Italia più di un milione di posti di lavoro per i quali non si trovano candidati. E' un dato di fatto che trovare saldatori, cuochi e tecnici è sempre più difficile. Al Nord ogni 100 disoccupati restano scoperte 84 posizioni lavorative e la spiegazione di questa situazione può essere riassunta nella mancanza di competenze" - afferma Paolo Figoli, Presidente di Confartigianato - "Il risultato è sotto gli occhi di tutte le indagini economico-sociali, a cominciare da quelle dell'Ocse, secondo cui in Italia il 38% degli adulti ha competenze numeriche e linguistiche decisamente basse. Anche chi alla fine riesce a lavorare, si trova spesso con competenze e titoli diversi da quelli che sarebbero necessari per quel tipo di occupazione. Il 35% dei lavoratori è in realtà impiegato in settori che nulla hanno a che fare con lo studio svolto in precedenza. Un'incongruenza che si manifesta non solo tra gli adulti ma anche e soprattutto tra i giovani: solo un diplomato su tre nelle scuole tecniche dopo due anni fa un lavoro coerente con il proprio diploma".
Quali sono le professioni a restare scoperte? Cuochi, baristi e camerieri (273mila); gli operai specializzati (262mila) e le professioni tecniche (225mila). Negli ultimi tempi si sono creati buchi imprevisti anche nei mestieri meno qualificati, come facchini, operatori ecologici, e addetti alle consegne.
"E' evidente che la maggior parte dei vuoti lavorativi si concentra nelle mansioni e qualifiche che richiedono qualità e competenza - conlcude Figoli - Affrontare questo problema strutturale, che continua a "bruciare" intere generazioni di giovani, significa prendere di petto una volta per tutte i nodi della formazione professionale e dell'orientamento post-scolastico".