Proprietà intellettuale, cosa cambia con la Brexit?

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28/03/2019

Dal punto di vista della proprietà intellettuale sono diversi i cambiamenti.

MARCHI

Sui marchi in caso di “no deal” i Mue, cioè i marchi europei, registrati entro la data di uscita, dovrebbero essere “clonati” in marchi nazionali UK con il pagamento di una piccola tassa in UK, sarà comunque possibile anche rinunciare alla protezione nel Regno Unito».
Diverso il discorso dei Mue “pending”, cioè in procedura ancora non conclusa, dovranno essere nuovamente depositati in UK con il pagamento delle tasse.
Per un periodo di 9 mesi dall’uscita c’è la possibilità per il titolare di ottenere un marchio nazionale UK equivalente al Mue depositato.

DESIGN

Per quanto riguarda il design, stessa procedura dei marchi in caso di “no deal”, e “pending” per i design comunitari registrati entro la data di uscita.
Invece per i design comunitari non registrati, la tutela dovrebbe essere garantita anche in UK fino alla scadenza prevista, per i design non registrati in UK dovrebbe essere creato un nuovo istituto per garantire le stesse condizioni di tutela.

INDICAZIONI GEOGRAFICHE

Sulle indicazioni geografiche in caso di uscita “no deal”: non sembra previsto un riconoscimento automatico per le Ig extra- UK attualmente tutelate a livello Ue. Occorrerà una nuova procedura di registrazione. Il nuovo sistema prevede la creazione di un nuovo logo, entrato in vigore nel 2019. Il Regno Unito ha creato uno specifico Quality Scheme per la protezione delle Ig nel Regno Unito, trasponendo gli attuali regolamenti Ue nella legislazione nazionale per continuare ad assicurare un livello adeguato di tutela.

BREVETTO EUROPEO

La Brexit invece non avrà impatto sulle domande di brevetto europeo e sui brevetti europei già concessi, visto che è un sistema gestito da una convenzione che non è Ue. Occorre tenere conto che le privative di varietà vegetale comunitarie non avranno più effetto nel Regno Unito, tuttavia dovrebbe essere possibile convertire le privative comunitarie in brevetti del Regno Unito dopo l’uscita.

 

Fonte: Commissione proprietà intellettuale di Icc Italia