Accettate il Consiglio (45) - La guerra sulle estetiste, una questione di estetica di Massimiliano Lussana

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29/04/2018

A un certo punto, durante la seduta del Consiglio comunale di martedì 24 aprile, l'ex vicesindaco Stefano Bernini, oggi consigliere comunale del Pd, si è avvicinato arrabbiatissimo al banco della giunta e del presidente del Consiglio comunale Alessio Piana, che è un lord della Sala Rossa e presiede con un equilibrio e un'attenzione priva di qualsivoglia faziosità che riconciliano con le istituzioni.

Il sindaco Marco Bucci lo guardava un po' stranito, non comprendendo bene il motivo di tanta furia.

Bernini, in verità, nonostante la data, non aveva intenzione di dichiarare la guerra civile, ma di sollevare un problema metodologico.

Il problema è che Stefano è uno che si infiamma e, in genere, si è portati a pensare che quando accende il sigaro lo faccia come la Torcia Umana dei fantastici quattro.

Quindi, nel suo stile, Bernini ha utilizzato una specie di V2 dialettica per un richiamo al regolamento.

Ma, sul merito, aveva parecchie ragioni: ce l'aveva con l'inserimento in extremis di due pratiche all'ordine del giorno, passate direttamente in pochissime ore dalla commissione al voto del Consiglio comunale.

Nel primo caso, si trattava del regolamento dei volontari di protezione civile e antincendio boschivo, ma il "casus belli" era l'"approvazione, revisione e adeguamento del regolamento per l'esercizio dell'attività di estetista", poi approvato con 26 voti favorevoli e 13 "presenti non votanti", i consiglieri di Pd, Lista Crivello e MoVimento Cinque Stelle.

Un voto festeggiato dall'assessore al Commercio Paola Bordilli con tanto di comunicato ufficiale, con tutte le code dei Grifoni al posto giusto e riferimento festante e ovviamente orgoglioso alla punizione dei massaggiatori cinesi abusivi.

Ma è leggendo la pratica in questione che si scopre che l'attività di estetista è giuridicamente una delle cose più complicate al mondo e che, a un certo punto, le associazioni degli artigiani, compresa Confartigianato, "hanno assunto una posizione critica nei confronti della decisione di consentire l'introduzione dell'estetica all'interno delle farmacie", poi hanno avuto un ulteriore confronto con le categorie dei commercianti sull'ubicazione delle cabine estetiche nelle farmacie e infine hanno raggiunto un "accordo di massima" a Palazzo Tursi, in una sorta di conferenza di Yalta dedicata ai lettini dei massaggi.

Mica finita, perché la Perez de Cuellar della situazione, l'assessore Bordilli, anche sgranando i suoi occhioni turchesi, ha sfoderato addirittura otto leggi, decreti legge e decreti legislativi per risolvere il caso, dalla legge regionale del 1990 sulla "disciplina dell'attività di estetista" a un paio di leggi di stabilità e Sbloccaitalia, passando per l'attuazione della direttiva comunitaria sui "servizi e il mercato interno".

Alla fine, ne è uscito un regolamento interessante e innovativo, che lo stesso Bernini avrebbe votato ("al limite con qualche emendamento"), ma su cui l'unanimità del consiglio comunale si è infranta per la mancata condivisione anche formale oltre che sostanziale del provvedimento.

Come dire?

Una questione estetica.

E mai metafora fu più calzante alla storia.