Rivoluzione digitale ed infortuni sul lavoro

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23/12/2017
Anche se gli infortuni sono crollati del 40% negli ultimi dieci anni, restano dei livelli di criticità insostenibili: nei primi dieci mesi del 2017 ci sono stati 864 infortuni mortali e il numero di totale di infortuni è stato di 533.662. I settori più coinvolti sono quelli dell'agricoltura, dell'industria, delle costruzioni e quello dei trasporti; le Regioni con maggiori infortuni sono l'Emilia-Romagna, la Lombardia ed il Veneto.

Numerose imprese si stanno impegnando per creare soluzioni innovative in questo campo ed alcune si sono già affacciate sul mercato con, ad esempio, i giubbotti con airbag ed un chip che invia un segnale di allarme nel caso si verifichi un incidente. Si diffondono i robot che lanciano allarmi quando rilevano fragilità in capo ai macchinati o luoghi nei quali operano gli operai ed i sistemi di realtà aumentata che offrono una maggiore cognizione sui rischi.

Il tema della formazione diventa ancora più importante che in passato per evitare che l'enorme potenziale offerto dai dispositivi tecnologici resti inespresso per mancanza di competenze. L'estensione, dal prossimo anno, degli incentivi previsti dal piano governativo industria 4.0 anche al settore dei corsi per lavoratori è una grandissima opportunità.
Aumenta il peso della certificazione dei sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro, che hanno l'obiettivo di minimizzare i rischi e i pericoli ai quali possono essere esposti i lavoratori e soggetti terzi, riducendo i costi complessivi della sicurezza, anche se per le PMI rimangono invece elevati i costi di adozione e di sviluppo di tali sistemi.

"Le norme per minimizzare i rischi non mancano, anzi sono anche troppe - afferma Paolo Figoli, Presidente di Confartigianato - Questa ipertrofia normativa fa sì che spesso la sicurezza del lavoro venga percepita e trattata in azienda come un insieme di adempimenti burocratici, una seccatura, affidata a tecnici più che a manager. Con la conseguenza, per altro, di offrire scappatoie ai più furbi."

"Sul fronte dei controlli, le competenze sono divise tra più enti, alcuni statali e altri che fanno capo alle regioni, con il mancato coordinamento a farla da padrone - continua Figoli - In teoria il peso centrale è a carico delle Asl, ma per alcune questioni specifiche la palla passa all'Inail, così come i tecnici del ministero dello Sviluppo hanno competenza in alcuni settori."

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