Nel 2015, il 60,2% delle imprese attive in Italia con almeno 10 dipendenti ha svolto attività di formazione professionale: sono cinque punti percentuali in più rispetto alla quota del 2010, quando la quota era invece del 55,6 per cento. Nel 2005, il valore era pari al solo 32,2% delle aziende.
ISTAT spiega però che l’andamento positivo è determinato dall’incremento di aziende che hanno realizzato corsi di formazione nell’area ambiente ed in quella della sicurezza sul lavoro, mentre per gli altri corsi la quota di imprese si è ridotta lievemente, dal 33,7 del 2010 al 32,3% del 2015.
Tre imprese su quattro (il 74%) ritengono che la formazione non sia necessaria perché il personale è già qualificato, mentre il 13% considera troppo elevati i costi della formazione professionale: sono soprattutto le piccole imprese tra i 10 ed i 19 dipendenti a ritenere che il personale non abbia bisogno di essere formato (76%), una quota che scende con l'aumento delle dimensioni dell'impresa.
Dai dati dell’ISTAT c’è anche un effetto disincanto: le competenze professionali ritenute di importanza cruciale per le imprese sono molto più quelle di tipo tecnico-operativo (in salita rispetto al 2010), mentre sono scese nelle risposte le competenze relative alle capacità relazionali, al team-working, alla gestione manageriale, al problem-solving, all'informatica professionale, alla conoscenza delle lingue e quelle relative all'informatica di base.
"È un segnale, forse, della volontà di concentrare il proprio tempo su questioni concrete - afferma Giuseppe Menchelli, Direttore di Confartigianato. - Proprio da questo si dovrebbe ripartire, cominciando, magari, a non tagliare le risorse per gli incentivi alla formazione che sono stati finalmente previsti dal Piano Impresa 4.0."
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