Dal convegno di Confartigianato: no ai ticket e no al numero chiuso. Raccolta di firme a Monterosso, “basta diffondere allarmismo sulle 5 Terre”

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16/05/2017

No al numero chiuso, no al ticket a pagamento per entrare alle Cinque Terre, no alla limitazione degli attuali attracchi delle barche, no a soluzioni drastiche frutto di un allarmismo ingiustificato che potrebbero generare un rischio per l'economia del settore trainante della nostra provincia, quello del turismo. Si all’allargamento dell’offerta turistica, si ad iniziative concrete per regolare i flussi.

Un messaggio forte e chiaro quello emerso dal dibattito che si è svolto ieri presso la Confartigianato spezzina, dal titolo: 'Quando il turismo va oltre?'. Un interrogativo al quale gli intervenuti hanno risposto in maniera condivisa: no al numero chiuso, sì a un allargamento dell’offerta turistica. Un concetto espresso con convinzione da parte di Paolo Figoli, presidente della Confartigianato spezzina, Vittorio Alessandro, presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre, Giovanni Berrino, assessore regionale alle politiche dell'occupazione, dei trasporti e del turismo, Luca Erba, assessore al turismo del comune della Spezia, Egidio Banti, sindaco di Maissana e Laura Parducci, per conto di Unioncamere Liguria.

«Il messaggio lanciato da questo convegno - ha detto il presidente Paolo Figoli - è stato quello dell'assoluto no al numero chiuso nelle Cinque Terre. Anche solo azzardarne l'ipotesi, come alcuni hanno fatto, può produrre conseguenze estremamente negative. Sui social le informazioni si diffondono rapidamente, raggiungendo in pochi secondi ogni parte del mondo. Quando si parla di numero chiuso dobbiamo fare attenzione perché farsi del male da soli è un attimo. Certo è che delle soluzioni vanno trovate. Come Confartigianato pensiamo che potrebbe avere un senso limitare l'accesso a gruppi particolarmente numerosi, in particolar modo a Vernazza, ma soltanto in alcune giornate identificate da ‘bollino rosso’. Si tratta comunque di un ragionamento che va fatto con i giusti tempi: bisogna iniziare a parlarne adesso per gestire i flussi del 2018».

Per alleggerire questo peso si può inoltre anche proporre di diversificare l'offerta turistica, suggerendo al turista di esplorare anche altre zone del territorio come Lerici o Porto Venere, ma anche l'entroterra, come la Val di Vara, la Val di Magra e la Lunigiana. È questa un’altra delle idee suggerite durante la tavola rotonda.

Al convegno erano presenti anche diversi operatori, che hanno portato la propria testimonianza spiegando come questo disagio non corrisponda propriamente alla realtà: un conto è infatti parlare di un flusso di visitatori eccessivo e costante, un conto è invece prendere atto che questo problema si verifica soltanto in alcuni momenti dell'anno. Le maggiori situazioni di disagio, per altro, sono avvenute a Vernazza. A Monterosso infatti, cittadini e in particolar modo gli operatori stanno anche raccogliendo le firme proprio per ribadire con convinzione il proprio no al numero chiuso e il proprio no alla riduzione degli accosti dei battelli che produrrebbe solo un maggiore flusso nelle stazioni o ancora peggio veicolare. A dirlo Mauro Fioravanti, fotografo di Monterosso che ha espresso tutta la propria preoccupazione rispetto al tam tam mediatico che ha dipinto le Cinque Terre come un luogo costantemente assediato dalla folla di visitatori. “noi vediamo gente contenta e in vacanza non problemi di ordine pubblico”

 

A sostegno di questa tesi, l'assessore regionale Gianni Berrino, ha addirittura ribadito la necessita di aumentare gli approdi per i battelli, per alleggerire il trasporto ferroviario. «C'è chi ha proposto di limitare gli arrivi via mare. Non ha senso, perché chi vuole raggiungere le Cinque Terre lo farà lo stesso, con la conseguenza di affollare le stazioni ferroviarie. Parlare di numero chiuso oggi è eccessivo e prematuro. Spetterà poi ai territori il compito di governare i flussi turistici secondo quelle che sono le loro possibilità. Se un giorno questo problema sarà reale ne parleremo, ma farlo oggi è dannoso. Le notizie che circolano non rimangono nella provincia della Spezia, ma vengono rimbalzate in tutto il mondo e naturalmente i tour operator nell'insicurezza preferiranno magari evitare di mandare il turista nelle Cinque Terre se poi rischia di non poter entrare. Si tratta di un tema delicato. Bisogna trattarlo con molta sensibilità e precauzione».
 

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