Isola ecologica degli Stagnoni: disagi ed aumento dei costi per le imprese

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30/03/2017

Dall'inizio del 2017, chi è arrivato agli Stagnoni col suo carico di ingombranti, si è visto sbarrare la porta perchè alcuni materiali non sarebbero più conferibili dalle imprese nel centro di raccolta di ACAM AMBIENTE.
Ad altri imprenditori sarebbe stato impedito di conferire i rifiuti perche non prodotti direttamente dalla loro attività. A causa di queste limitazioni, tutti sono stati costretti a rivolgersi, a pagamento, a centri di smaltimento specializzati, con aggravio dei costi d'impresa.
Se ne fa portavoce Confartigianato: «L'impianto di Stagnoni — spiega Nicola Carrozza — non ha più accettato dalle imprese carichi di rifiuti ingombranti misti (codice Cer 200307), complice anche il fatto che le imprese non ottengono dall'Albo dei gestori ambientali i codici Cer diversi dal 200307 per il conferimento. Acam chiede che i rifiuti siano suddivisi a seconda del materiale di costituzione e certe tipologie, come il legno e il ferro, non sono più accettate».
Ad essere maggiormente danneggiate sono le aziende del settore edile, dell'impiantistica, le ditte di traslochi, quelle di infissi. Molte, per liberarsi dei rifiuti, sono obbligate a rivolgersi a imprese di recupero o smaltimento con un aggravio di costi che rischia di scaricarsi sui clienti.

«Tutto è avvenuto senza che ci fosse stata comunicazione — spiega Davide D'Imporzano, titolare della Ligure Traslochi — Queste nuove disposizioni stanno creando disagi, a partire dal calo del lavoro (abbiamo dovuto disdire interventi programmati), fino all'aumento dei costi, dagli 80 ai 160 euro a tonnellata a seconda del materiale».
Di fatto, molti dei rifiuti che le aziende conferivano agli Stagnoni non erano altro che materiali prelevati durante gli interventi nelle abitazioni, ad esempio per le sostituzioni di infissi e porte, o per i mobili da buttare durante un trasloco, o una semplice ristrutturazione degli impianti di casa. Materiali che oggi non sarebbero più accettati, secondo quanto spiegano gli artigiani.

«Abbiamo avviato un confronto più serrato con i dirigenti di Acam Ambiente e con Federico Colombo del Comune ma non siamo ancora riusciti ad ottenere una soluzione concreta per rispondere alle esigenze pratiche delle imprese» spiega Carozza.
«Siamo disponibili a pagare qualcosa pur di poter conferire, perché questa situazione ci sta danneggiando molto. Eppure, sui rifiuti anche noi artigiani paghiamo le tasse» spiega Antonio Mazzei, titolare di una ditta del settore edile e impiantistico.

Il rischio? Secondo Confartigianato si è già palesato: «All'impianto si verificano strani conferimenti di privati che arrivano con furgoni e camioncini e conferiscono rifiuti al di fuori di ogni controllo e monitoraggio non pagando tasse e iscrizioni all'Albo» fa sapere l'organizzazione.
 

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