Sismabonus al 70% e soluzioni innovative per la messa in sicurezza sismica dei capannoni

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16/03/2017

I capannoni industriali potranno usufruire del Sismabonus al 70% (salto di una classe) anche in assenza di una preventiva attribuzione della classe di rischio, se saranno eliminate dalla costruzione le principali cause di collasso della struttura. Le soluzioni ci sono e le proposte che prevedono l’applicazione dei dispositivi antisismici presentano innumerevoli vantaggi.

Di questo si è parlato al Workshop che si è tenuto ieri presso la sede di Confartigianato La Spezia.
“ll problema della vulnerabilità del patrimonio edilizio – ha spiegato nell'introduzione il Presidente di Confartigianato, Paolo Figoli - e la necessità della sua messa in sicurezza è emerso anche nel nostro territorio a seguito del terremoto che ha colpito l'Emilia Romagna e il Centro Italia. Oggi questa nuova sensibilità sul tema, la maggiore attenzione normativa e l'incentivo fiscale stanno facendo crescere gli interventi edilizi in materia antisismica ed aprono un nuovo mercato. La pericolosità sismica sul territorio è accentuata anche da un patrimonio edilizio vetusto e di conseguenza non sempre capace di resistere alle sollecitazioni sismiche”.

Sul tema è intervenuta Katia Orsetti, dell’associazione, che dopo aver illustrato i benefici fiscali stabiliti dalla legge di Stabilità 2017, si è in particolare soffermata sulle novità emerse col decreto che ha dato il via alle linee guida per la classificazione sismica degli edifici. La legge di stabilità stabilisce un serie di incentivi fiscali, battezzati Sismabonus, a beneficio di chi investe in opere di miglioramento e adeguamento sismico degli edifici in zone classificate a rischio sismico 1-2-3. Si tratta di detrazioni di imposta pari al 50-70-80-85% della spesa, a seconda del livello di miglioramento sismico che si intende ottenere (passaggio di classe).  “Il decreto attuativo sulle linee guida per la classificazione sismica degli edifici, in vigore dal 1 marzo 2017 – spiega Katia Orsetti -, chiarisce che, per quanto riguarda le strutture prefabbricate, è possibile ritenere valido il passaggio alla classe di rischio immediatamente superiore e quindi usufruire dello sconto fiscale del 70%, eseguendo solamente interventi locali di rafforzamento, anche in assenza di una preventiva attribuzione della classe di rischio. “Si potrà, però, utilizzare questa procedura veloce solo se vengono eliminate le principali cause di vulnerabilità sismica – ha aggiunto Andrea Vittorio Pollini di Sismocell-Reglass H.T. - vale a dire: la mancanza di vincoli efficaci tra elementi strutturali, trave-pilastro, trave elementi di copertura e la mancanza di ancoraggio delle scaffalature.” Il decreto riconosce quindi a livello generale, come principali cause di vulnerabilità sismica dei prefabbricati, quei difetti già individuati nella legge 122/2012 della Regione Emilia Romagna emanata in occasione del terremoto che ha colpito l’Emilia.

Nel corso dell'incontro è stato presentata la soluzione tecnica proposta da Sismocell - Reglass H.T. che ha progettato e certificato una soluzione efficace per sanare due delle tre carenze indicate nel decreto “Si tratta di 2 dispositivi antisismici – ha illustrato Andrea Vittorio Pollini di Sismocell-Reglass H.T. – Sismocell e Sismocell Box. ll primo, Sismocell, realizza una connessione a fusibile dissipativo trave-pilastro, il secondo Sismocell Box crea una connessione dissipativa trave-elementi di copertura. Con il loro utilizzo si ottengono connessioni efficaci e non rigide, ovvero “duttili”, proprio come espressamente previsto dalla disposizione del decreto. Il montaggio di entrambi i dispositivi consente poi, entro certi limini, di assorbire l’energia sprigionata dalle scosse in ogni direzione, realizzando un miglioramento sismico della struttura. L’applicazione del sistema Sismocell è semplice e riduce al minimo oneri e invasività delle opere”.

E proprio sui vantaggi di una messa in sicurezza con l’utilizzo di dispositivi antisismici interviene Devis Sonda ingegnere titolare della sede milanese di Miyamoto International: “Secondo l’approccio più tradizionale – riferisce Devis Sonda – si prevede che l’edificio costruito secondo criteri antisismici, sia esso stesso in grado di dissipare l’energia dell’azione sismica. Ciò significa che in seguito a un terremoto una struttura così progettata risulterà danneggiata. In alcuni casi, a tal punto, da renderne necessaria la demolizione perché non convenienti interventi di ripristino. Per la normativa infatti è sufficiente evitare perdite umane non rilevando l’entità delle perdite materiali. L’applicazione dei dispositivi invece, consente di ridurre drasticamente i danni all’edificio permettendo di concentrare il danneggiamento su di essi, mantenendo integra la struttura”.

Di più - come ha segnalato in apertura Enrico Taponecco Responsabile Ufficio Ambiente e Sicurezza di Confartigianato La Spezia – in questo campo, entra in gioco anche il D.lgs 81/2008 sulla sicurezza dei luoghi di lavoro che prevede l’obbligo a carico del datore di lavoro di tutelare i dipendenti da tutti i possibili rischi (l’art 17). L’imprenditore deve dunque prendere in considerazione tutti i rischi anche quelli relativi al verificarsi di un evento sismico ed, eventualmente, quelli emersi a seguito di particolari infortuni (art. 29).
La messa in sicurezza delle attività produttive dunque è un dovere imposto dalla legge e diventa ora conveniente e facilmente praticabile. E preservare le strutture produttive dai danni dei terremoti, significa anche rapida ripresa dell’attività produttiva, minime ripercussioni sull’occupazione e salvaguardia del patrimonio aziendale.

L'Ufficio Sicurezza e Ambiente di Confartigianato è a disposizione dei Comune della provincia e delle imprese per effettuare sopralluoghi con tecnici qualificati per suggerire interventi di adeguamento alla normativa antisismica, tel. 0187.286632.

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