Artigiani digitali (parte seconda): le stampanti 3D

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13/07/2015

Cosa sono le stampanti 3D? 
Sono dispositivi in grado di realizzare qualsiasi modello tridimensionale mediante un processo di produzione additiva, ovvero partendo da un oggetto disegnato tramite software e replicandolo nel mondo reale con l’ausilio di appositi materiali.
Il compito delle stampanti 3D non è quello di imprimere un’immagine o un testo su un materiale piano, bensì di dar vita ad un oggetto in tre dimensioni.
Non si crea superficie, ma volume: ed è in questo la rivoluzione.
La procedura prevede solitamente il posizionamento di uno strato sopra l’altro, procedendo per sezioni trasversali. Pensiamo ad esempio alla costruzione di un qualcosa con i mattoncini LEGO: inizialmente si posano i pezzi che compongono la base, poi si procede verso l’alto incastrandoli in modo da ottenere il profilo voluto. 
 
Questo tipo di macchinario può essere impiegato per la realizzazione di prototipi in modo relativamente rapido e poco costoso. Ciò consente di toccare con mano le proprie creazioni senza bisogno di avviare un vero e proprio processo produttivo.
Si pensi ad esempio al settore meccanico, dove le componenti di un motore o di una qualsiasi altra apparecchiatura possono essere stampate per un’analisi approfondita, anziché essere osservate esclusivamente sul monitor durante la fase di progettazione.

Negli ultimi anni le cose sono un po’ cambiate: la stampa 3D non è più oggi un’esclusiva delle grandi aziende, ma ha raggiunto anche l’ambito domestico: dai giocattoli ai modellini, passando per loghi, alle rappresentazioni di quadri in tre dimensioni; in altre parole, gli unici limiti all'utilizzo delle stampanti 3D sono dettati solo dalla fantasia e dalle dimensioni della stampante.
Caso emblematico è quello della  stilista olandese Iris van Harpen, che ha vestito le sue modelle con una collezione di abiti da passerella interamente stampati in tre dimensioni.
Anche la medicina sta guardando con sempre maggiore interesse a queste tecnologie: già si discute della possibilità di stampare protesi o addirittura interi organi, con ricerche già avviate sulla riproduzione di tessuti e vasi sanguigni da impiantare nei pazienti dove le tecniche tradizionali non dovessero rivelarsi efficaci.

Ma sorge spontanea la domanda: sono precise?
La scheda tecnica di molte stampanti riporta “0,1 mm” ovvero un grado di accuratezza pari al decimo di millimetro. Naturalmente, al processo meccanico di stampa se ne può aggiungere infine uno più artigianale: quando la stampa non raggiunge il livello qualitativo desiderato, è possibile agire sulle superfici con carta abrasiva e sostanze di trattamento utili a migliorare l’impatto visivo e l’esperienza tattile dell’oggetto. 

Nei prossimi anni le stampanti 3D continueranno il loro percorso di evoluzione, con una diffusione sempre più capillare, spinta anche da un’ulteriore riduzione dei prezzi.
Con ogni probabilità verranno sviluppati nuovi materiali di stampa e troveranno spazio sistemi di vendita, distribuzione e scambio di modelli 3D da modificare e realizzare. Sarà possibile migliorare ulteriormente il software, semplificando la fase di progettazione in modo da renderla accessibile a tutti.

(continua)