Economia ligure in caduta libera: il valore aggiunto perde punti

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16/11/2013

Diminuisce la media percentuale della produzione in Liguria (-7.6%) con una variazione negativa superiore alla media nazionale (-5,4%). Industria e costruzioni i settori più colpiti dalla crisi tra il 2008 e il 2012. Grasso (Confartigianato Liguria): «Segnali di ripresa ancora lontani. Nere le previsioni di chiusura del 2013 per quasi tutti i settori»

 

L’economia ligure resta nel guado. Secondo l’ultima analisi dell’Osservatorio regionale dell’artigianato su dati Prometeia, la nostra regione sembra risentire della crisi più duramente rispetto ad altre regioni del Nord. Prendendo in esame la dinamica del valore aggiunto, in Liguria si registra un calo, tra il 2008 e il 2012, del 7,6%. Una diminuzione questa più spiccata rispetto alla media nazionale che si è arrestata al -5,4%. Anche le previsioni relative alla chiusura del 2013 sono negative: -1,7% rispetto al 2012, contro la media nazionale del -1,5%.

«È evidente – spiega Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – che i segnali di ripresa siano ancora lontani. Purtroppo, come è emerso anche dall’ultimo rapporto della Banca d’Italia sull’economia ligure,gli effetti della crisi sembrano perdurare in tutti i settori, con crolli consistenti nelle costruzioni e nell’export, tradizionalmente i comparti che fungevano da traino all’intero sistema economico regionale. La crisi del settore manifatturiero, che da un quinquennio toglie ossigeno al nostro tessuto produttivo, si manifesta con le forti difficoltà di importanti poli produttivi liguri con conseguenze su tutto l’indotto delle piccole e piccolissime imprese artigiane, e al declino delle costruzioni, dovuto allo stallo delle grandi opere e alla decrescita esponenziale del mercato immobiliare».

Il valore aggiunto dell’industria ligure è sceso del 17,2% dal 2008 al 2012 mentre l’agricoltura è crollata dell’12,1%. Per l’industria si evidenzia un progressivo declino: da cinque anni il comparto presenta il segno meno, compreso durante il biennio 2010-2011 periodo nel quale la Liguria sembrava ancora “reggere” l’onda d’urto della crisi. Le costruzioni solo nel 2012 hanno subito un crollo del 9,6% e le previsioni per il 2013 sono del -6,7%. I servizi hanno sofferto di meno (-5,6% tra 2008 e 2012) ma le stime per il 2013 sono comunque negative (-1,2% sul 2012). Le previsioni per il 2013 indicano che il comparto industriale ligure soffrirà di più rispetto alla media italiana (-3,4% contro il -2,6%).

Si salva, almeno nelle previsioni 2013, l’agricoltura: quello in corso dovrebbe essere un anno di crescita superiore alla media Italia (+0,9% vs +0,6%). «In generale – commenta Grasso – non si sta profilando un panorama economico che possa generare fiducia a breve da parte delle imprese. Purtroppo non possiamo leggere positivamente neppure il quadro che si sta delineando nel Paese alla luce della Legge di Stabilità allo studio delle Camere. Speriamo che i lavori parlamentari possano modificarla sostanzialmente, a partire dagli aspetti fiscali, ma ad oggi di certo però c’è solo che con la nuova Imu e la Trise, il fisco sugli immobili produttivi delle aziende artigiane crescerà di circa il 9,3% rispetto al 2014».