Torna l'obbligo di indicare in etichetta lo stabilimento di produzione

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16/10/2017
Da quando è entrato in applicazione il Regolamento UE 1169/2011, riguardante l’etichettatura degli alimenti, non è più possibile capire chi produce ciò che si acquista, poiché è obbligatorio indicare sulla confezione soltanto il nominativo e l’indirizzo della sede legale dell’operatore responsabile che è quello con il cui nome o ragione sociale è commercializzato il prodotto o l’importatore in UE nel caso il prodotto provenga da Paesi extra UE. Ma questo operatore potrebbe anche non essere il produttore e, nel caso invece lo fosse, la sede legale potrebbe non coincidere con la sede delle stabilimento di produzione. 
Ecco perché, sotto la spinta delle Associazioni imprenditoriali e dei consumatori, è stato varato il Decreto che reintroduce l’indicazione obbligatoria in etichetta della sede e dell’indirizzo dello stabilimento di produzione o, se diverso, di confezionamento. Ciò è stato motivato dal fatto di garantire una corretta informazione al consumatore ed una immediata rintracciabilità dell’alimento da parte degli organi di controllo.

Antonella Simone, responsabile di categoria per il settore dell'Alimentazione esprime comunque delle "forti perplessità riguardo il poco tempo concesso, 6 mesi, per lo smaltimento delle etichette già predisposte senza dimenticare che gli imprenditori dovranno sostenere nuovi costi per far modificare gli imballi in modo da adeguarsi al provvedimento".

"A parte queste ombre, soprattutto per le imprese più strutturate che, a causa della stagnazione dei consumi interni, debbono rivolgersi anche a mercati esteri - conclude Antonella Simone - la valutazione in termini di principio è positiva, in quanto l’indicazione potrebbe aiutare il consumatore a scegliere consapevolmente un alimento rispetto a un altro, anche in considerazione del Paese o della regione in cui è prodotto, sia per sostenere l’economia e l’occupazione locali, sia per contribuire ad un minore impatto ambientale dei prodotti.
Gli artigiani e le piccole imprese infatti di solito preferiscono utilizzare materie prime locali e metodi di produzione tipici, er sottolineare il legame con il territorio, offrendo, grazie ad una filiera più corta, maggiori garanzie di qualità, sicurezza, naturalità e valenza culturale ai consumatori."

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